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venerdì 10 aprile 2009

Qualcosa di nuovo da Occidente


Dopo la prevedile batosta presa da McCain alle elezioni presidenziali di novembre, e il conseguente insediamento al poter del uomo che piano piano sale la mia personale classifica delle maggiori calamità accadute all'umanità, il GOP cerca di voltar pagina eleggendo come chairman del Rupublican National committee (in politichese italiano : segretario di partito) Michael Steele, un cinquantenne pro-choise, pro-gay e mercatista. Perdipiù nero. O se preferite, molto abbronzato.
E non solo, ha anche affermato in un intervista di considerare l'aborto una scelta individuale, da non sottoporre al potere dello stato. E sentire dire questo da un repubblicano cattolico osservante non è sentire poco. Lui si dichiara sostenitore delle idee di Reagan, e con coerenza ha bacchettato i tre senatori repubblicani che hanno votato a favore al pacchetto di stimoli all'economia promosso da Obama. e con una mossa tutta americana, ha consigliato ai tre dissidenti di sottoporsi alle elezioni primarie nei rispettivi stati, giusto per controllare se i loro elettori fossero d'accordo con le loro decisioni.

Ovviamente non corre vita facile il buon Michael. Alcuni maligni sostengono che sia stato eletto solo per via del colore della sua pelle.

E da buon repubblicano, Steele sostiene il maggior decentramento possibile agli stati dell'unione, per garantire la maggiore competitività tra essi. Proprio nel periodo dove Obama cerca di accentrare più poteri possibili al governo federale.

Non ho ancora trovato informazioni riguardo l'idea di politica estera di Steele. Se quest'uomo è anche favorevole all'isolazionismo beh, il GOP, tra lui e Ron Paul, ha buone change di giocarsela con Obama nel 2012, senza essere certi di una sconfitta assicurata.

Belin, come posso non ammirare (ancora moderatamente, il tempo darà conferme o smentite) colui che sostiene che la strategia di rilancio per il Partito Repubblicano deve essere basata sui principi del liberalismo classico?

venerdì 3 aprile 2009

London is Burning


"Ma se quelli del G20 ce l'hanno tanto coi paradisi fiscali, non è che sotto sotto sanno anche loro che sono alla guida di inferni fiscali?!"

(S. da facebook)


Londra, un normalissimo mercoledì pomeriggio. Una grande sala piena di fotografi e di persone molto ben curate e ben vestite. Sfortunatamente, stiamo parlando della riunione del G20.
Se all'ultima riunione avevano esternato la loro volontà di controllo sulla rete, questa volta hanno dichiarato "guerra" ai paradisi fiscali. Colpevoli, secondo loro, di attuare politiche fiscali "troppo leggere" rispetto alla tirannia fiscale dei paesi del G20. Sono state compilate delle liste, una "nera" dei "paradisi fiscali" che non cooperano con l'OCSE, e una "grigia" dei paesi che pur cooperando con l'OCSE se ne guardano bene di sottostarne a tutti i dettami. Su quest'ultima lista 38 paesi tra cui la Svizzera, il Belgio, e l'Austria.
Praticamente un assalto alla sovranità di questi stati, un'opera di "bullismo" da parte dei "grandi".

Dopodichè tanti soldi (nostri) regalati al Fondo Monetario Internazionale, Berlusconi sgridato dalla regina Elisabetta perchè parlava a voce troppo alta, foto di gruppo, scontri tra no-global e polizia...insomma, il solito.

sabato 28 marzo 2009


Aria di elezioni europee. E per i partiti italiani, un voto che ha la funzione di verifica dell'operato del governo. Ma non parlerò di questo. Parlerò di un partito francese. Un partito liberale francese, Alternative Libérale. Un partito coerentemente liberale in tutti i campi, con tendenze libertarie, in contrasto sia ai socialisti che ai conservatori del UMP. Che di questi tempi non è poco.
Personaggio principale di AL è la ventottenne Sabine Herold soprannominata dalla stampa "Mademoiselle Thatcher", divenuta famosa oltralpe per aver organizzato nel 2003 una protesta con 80000 partecipanti contro lo sciopero dei mezzi pubblici organizzato dai sindacati che stava paralizzando la Francia.
A livello di voti la situazione di AL è paragonabile a quelli del PLI (ok, i programmi sono diversissimi, ma era giusto un paragone); alle elezioni legislative del 2007 AL presenta 50 candidati (la francia ha un sistema maggioritario a doppio turno) che ottengono risultati scadenti, tra lo 0,09% e 1,49%.
Alle prossime elezioni europee è candidato per AL anche un italiano, il pisano Marco Faraci (di cui ho pubblicato su questo blog un suo articolo qualche settimana fa).

Sarà che l'erba del vicino è sempre più verde, ma in bocca al lupo Marco!

domenica 22 marzo 2009

MSI--->AN-->PDL-->Nuova DC. Alla fine Tambroni era solo un precursore.


Grande cerimonia di chiusura per Alleanza Nazionale, in procinto di fondersi nel Popolo delle Libertà. Un grande palco, a forma di ponte, giusto per affermare il concetto di passaggio da quello che era il Movimento Sociale Italiano a quella che sembra essere la nuova Democrazia Cristiana.
Notevole il discorso del reggente di AN Ignazio La Russa, che ha ricordato alla platea le conquiste di An nel corso degli anni, del rapporto di non sudditanza nei confronti di Forza Italia, gettando spesso frecciatine alla Lega. Trattandosi di un discorso con argomentazione generale, La Russa a un certo punto inizia a parlare di economia, sostenendo come la crisi che sta colpendo il mondo sia colpa di uno sfrenato liberismo, e che l'unica soluzione che può risollevare le sorti del paese sia, casualmente, la visione di AN, "l'economia sociale di mercato". Poi ovviamente non si è scordato di ricordare ai presenti i volori di Dio,Patria e Famiglia, il valore dei militari nel nostro paese, e il suo impegno in qualità di ministro della difesa, a fare in modo che i cittadini apprezzassero maggiormente "i gallonati". A tratti divertente il suo impegno nel spiegare come nel futuro il PDL deve essere considerato un partito di destra, non più di centro destra, mostrando la sua famigliarità con le lingue straniere (belin, si è imparato il termine destra in francese, spagnolo e inglese).

Sentito ciò, assieme alle parole di Tremonti di qualche tempo fà, e gran parte dell'azione di governo fatte fin ora, si ha chiaro come si evolverà il PDL : un partito conservatore-confessionale sui valori etici, e statalista-corporativista sul piano economico, confermando le parole di Antonio Martino la settimana precedente al congresso di Libertiamo.

domenica 15 marzo 2009

About libertiamo


"Alle culture politiche liberali e conservatrici, nell’ultimi quarto del secolo scorso, è spettato di riscrivere l’agenda ideale e progettuale dell’Occidente, riaffermandone con successo il peso e il ruolo sul piano internazionale.
In Italia, come nel resto d’Europa, le forze politiche che difendono gli ideali della società aperta e delle libertà civili ed economiche sono chiamate ad una sfida analoga: dimostrare una rinnovata capacità di innovazione e di spinta, dinanzi a fattori di crisi e di crescita che mutano la realtà del mondo e gli stessi compiti della politica.
Il rapporto tra cittadino e stato, tra mercato e regolazione, tra diritto e autorità, tra “libertà” e “potere” assume oggi, per molti aspetti, un profilo inedito, ma conserva un’indubbia centralità in una realtà politica in cui la dimensione e la profondità dei cambiamenti suscita sentimenti diffusi di incertezza e di paura.
Continuiamo a ritenere che la crescita economica e civile di un paese imponga politiche in cui gli obiettivi di coesione, stabilità e sicurezza non sacrifichino le esigenze di libertà e di iniziativa individuale. Pensiamo dunque che la cultura liberale e liberista, individualista e antistatalista debba, anche cercando vie inedite, competere sul mercato delle idee e delle proposte politiche, offrendo soluzioni coraggiose, pragmatiche e responsabili.
A questa cultura Libertiamo intende dare voce, rappresentando una “polarità liberale” nella discussione politica, anche con questo magazine on line, che è ovviamente aperto ai contributi di quanti ne condividono l’ispirazione e la linea editoriale."

Benedetto Della Vedova

Presidente di Libertiamo

In una situazione politica ed economica paradossale, dove una crisi causata da errori dello statalismo vien combattuta con iniezioni di statalismo, per fortuna nasce una nuova realtà che cerca di formare una "polarità liberale" all'interno del PDL ormai in mano a collettivisti, socialisti, democristiani tutta gente alquanto refrattaria al "meno stato e più mercato". Quindi ben venga "Libertiamo" voluto dal Benedetto Della Vedova già presidente dei Riformatori Liberali.

E ben venga anche la locazione, all'interno del PDL. Ben venga perché non c'è nessun altro posto per i "Lib". Tecnicamente esiste in Italia un partito liberale; praticamente si tratta di un partito in piena crisi di identità, che non ha ancora capito in che direzione muoversi. La presenza della cultura liberale all'interno del PD...praticamente un ossimoro.

Sarebbe bello che esistesse in Italia un unico partito liberale che riunisse tutti i "Lib", ma purtroppo la "realpolitik" italiana ha un altra forma, e per il momento credo sia meglio essere "alleati di" che "non pervenuti".



sabato 14 marzo 2009

Per fortuna c'è ancora qualcuno di saggio


«Berlusconi - aggiunge - ha sempre vinto le elezioni con slogan liberali, la parola libertà è quella che usa di più». Ma, a suo avviso, ora il Pdl «somiglia al colbertismo, al fascismo, al socialismo, ma non è liberalismo». Martino sottolinea come l'unica chiave per uscire dalla crisi che è stata «un fallimento dello statalismo e non del mercato» sia una iniezione di liberalismo. Ma, sottolinea come in questo momento si stia andando in direzione opposta: «Vedrete - ironizza - che cercheranno di resuscitare anche Marx...». Qualcuno dal pubblico sottolinea come «Tremonti ci ha già provato». Martino sorride e prosegue: «Per favore non parliamo di cose tristi...».

venerdì 13 marzo 2009

E noi nel mezzo....


Lui attacca "Sei un cattocomunista", l'altro replica "Tu sei un clericofascista".
Visto che alla fine lo sanno anche loro di non essere poi così diversi?