Dopo la prevedile batosta presa da McCain alle elezioni presidenziali di novembre, e il conseguente insediamento al poter del uomo che piano piano sale la mia personale classifica delle maggiori calamità accadute all'umanità, il GOP cerca di voltar pagina eleggendo come chairman del Rupublican National committee (in politichese italiano : segretario di partito) Michael Steele, un cinquantenne pro-choise, pro-gay e mercatista. Perdipiù nero. O se preferite, molto abbronzato.
E non solo, ha anche affermato in un intervista di considerare l'aborto una scelta individuale, da non sottoporre al potere dello stato. E sentire dire questo da un repubblicano cattolico osservante non è sentire poco. Lui si dichiara sostenitore delle idee di Reagan, e con coerenza ha bacchettato i tre senatori repubblicani che hanno votato a favore al pacchetto di stimoli all'economia promosso da Obama. e con una mossa tutta americana, ha consigliato ai tre dissidenti di sottoporsi alle elezioni primarie nei rispettivi stati, giusto per controllare se i loro elettori fossero d'accordo con le loro decisioni.
Ovviamente non corre vita facile il buon Michael. Alcuni maligni sostengono che sia stato eletto solo per via del colore della sua pelle.
E da buon repubblicano, Steele sostiene il maggior decentramento possibile agli stati dell'unione, per garantire la maggiore competitività tra essi. Proprio nel periodo dove Obama cerca di accentrare più poteri possibili al governo federale.
Non ho ancora trovato informazioni riguardo l'idea di politica estera di Steele. Se quest'uomo è anche favorevole all'isolazionismo beh, il GOP, tra lui e Ron Paul, ha buone change di giocarsela con Obama nel 2012, senza essere certi di una sconfitta assicurata.
Belin, come posso non ammirare (ancora moderatamente, il tempo darà conferme o smentite) colui che sostiene che la strategia di rilancio per il Partito Repubblicano deve essere basata sui principi del liberalismo classico?
E non solo, ha anche affermato in un intervista di considerare l'aborto una scelta individuale, da non sottoporre al potere dello stato. E sentire dire questo da un repubblicano cattolico osservante non è sentire poco. Lui si dichiara sostenitore delle idee di Reagan, e con coerenza ha bacchettato i tre senatori repubblicani che hanno votato a favore al pacchetto di stimoli all'economia promosso da Obama. e con una mossa tutta americana, ha consigliato ai tre dissidenti di sottoporsi alle elezioni primarie nei rispettivi stati, giusto per controllare se i loro elettori fossero d'accordo con le loro decisioni.
Ovviamente non corre vita facile il buon Michael. Alcuni maligni sostengono che sia stato eletto solo per via del colore della sua pelle.
E da buon repubblicano, Steele sostiene il maggior decentramento possibile agli stati dell'unione, per garantire la maggiore competitività tra essi. Proprio nel periodo dove Obama cerca di accentrare più poteri possibili al governo federale.
Non ho ancora trovato informazioni riguardo l'idea di politica estera di Steele. Se quest'uomo è anche favorevole all'isolazionismo beh, il GOP, tra lui e Ron Paul, ha buone change di giocarsela con Obama nel 2012, senza essere certi di una sconfitta assicurata.
Belin, come posso non ammirare (ancora moderatamente, il tempo darà conferme o smentite) colui che sostiene che la strategia di rilancio per il Partito Repubblicano deve essere basata sui principi del liberalismo classico?
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