domenica 18 aprile 2010

Responsabilità individuale

Può capitare che uno debba passare il sabato pomeriggio in una comunità di recupero per tossico-dipendenti e alcolisti. Sia chiaro, non da ospite. E intanto che aspetti chi devi aspettare ti guardi in giro, relazioni con umanità varia frequentatrice del luogo. E da libertario ti informi di quanto costi ai contribuenti tutta la baracca, tra riscaldamento, vitto, pulizia, corrente elettrica e stipendi del personale sanitario e sociale. La cifra non mi è stata svelata, ma a mio modesto parere non meno di € 200000 annuali... ma non è questo il problema, anzi lo è.
Mentre sei li che discuti con un gruppetto di “pazienti” gente che ha dei piacevoli aneddoti su come si procurava le palanche per svariate sostanza stupefacenti ti rendi veramente conto che la guerra alla droga è un fallimento sull'intera linea; ma su questi discorsi vi lascio agli scritti di Rothbard, Friedman e Block oppure se proprio volete leggere la mia versione andate qui. Quello che mi ha fatto alterare è la scusa che quasi tutti, sia paziente sia personale socio-sanitario, hanno espresso per motivare l'uso di fondi pubblici per la riabilitazione dei tossico-dipendenti : la responsabilità sociale della loro “malattia”. In parole povere, essi sostengono che sia colpa della società se hanno iniziato a drogarsi e quindi è responsibilità della società contribuire a guarirli dalla dipendenza. Potevo io stare zitto dopo una affermazione così?
Nonostante la teoria della società come organo pensante tanto di moda, io continuo a credere che la società non sia altro che un insieme di individui che interagiscono tra loro, e di conseguenza la società non ha coscienza collettiva, ma sia al massimo la somma dei pensieri e delle azioni individuali. Quindi di conseguenza la responsabilità degli errori appartiene solamente agli individui. Per tornare al discorso con i tossici di sabato, la mia tesi fu che la decisione di drogarsi è stata una loro libera scelta, e malgrado le possibili interferenza di altri individui o gruppi di essi, e quindi debbono biasimare solo se stessi. Ed è per questo che avverso in particolare modo l'idea edile cure gratuite per la disintossicazione pagate con soldi pubblici. Se poi un'associazione privata decide di sovvenzionare un'istituto di recupero quello non è affar mio.
Ovviamente sono sicuro che senza questo proibizionismo vigente il discorso sarebbe molto diverso, i tossicodipendenti potrebbero avere una vita “normale” senza ricorrere al furto o alla prostituzione per procurarsi il denaro necessario, ma, si prenda come esempio la presenza in questi centri anche di alcolisti (e l'alcol è legalissimo) anche l'abuso di sostanze legali può provocare problemi. Ma dato che la decisione di diventare dipendenti da droghe o alcol (sesso, video poker, internet) spetta solo agli individui è illiberale da parte di essi pretendere che individui sani e “corretti” sovvenzionino coercitiva mente per i loro sbagli.

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