sabato 21 marzo 2009

Chissà come fanno a Houston...

Aria di elezioni in molti comuni e in quelli più piccoli gli unici momenti di "divertimento" in consiglio comunale sono l'approvazione del bilancio, ed il Piano Regolatore.
Il P.R è la legge comunale che determina le possibilità di sviluppo territoriale, definendo le zone costruibili dalle zone di uso agricolo, le zone residenziali dalle zone commerciali o industriali. In più definisce anche i limiti di costruzione degli edifici (ad esempio, l'altezza massima).
Di conseguenza, chi non si attiene alle regole del P.R viene considerato un "abusivo". Quindi, tecnicamente, la costruzione abusiva verrà abbattuta. Praticamente invece basta pagare una sanzione e la costruzione può rimanere in piedi, il cosiddetto condono.
Ovviamente la considerazione di terreno edificabile aumenta il valore di esso; un terreno non edificabile ha un valore inferiore. Ed è semplice notare come il diritto di trasformare l'utilizzo di un terreno spetti al consiglio comunale, quindi è facile immaginare quale sia una possibile conseguenza : la corruzione dei politici da parte dei proprietari terrieri.
Una soluzione? L'abolizione dei piani regolatori; in questo modo non ci sarebbero più distinzioni tra i terreni. A tutto vantaggio per chi deve costruire (o di chi deve comprare) in quanto si avrebbe un aumento dell'offerta, che comporterebbe la diminuzione del prezzo dei terreni edificabili, che comporterebbero anche una diminuzione del prezzo dell'opera finita. Se porta del bene a tutti l'assenza del P.R , come mai è ancora presente? In quanto le realtà politiche locali perderebbero un utile strumento di controllo sui cittadini, e un efficace sistema di acquisto voti. Colpiti sarebbero anche i possessori di terreni edificabili, che vedrebbero i valore dei propri terreni crollare con l'aumento dell'offerta.

Ma il P.R non delimita solo quali siano i terreni edificabili o meno; esso gestisce anche la tipologia di costruzione, distinguendo tra zone residenziali, zone commerciali e zone industriali, e stabilendo anche delle limitazioni sulle nuovo costruzioni.
In assenza del P.R questi limiti verrebbero meno, e come sostengono i difensori del P.R si finirebbe in un sistema di anarchia edilizia, con industrie vicino a scuole, edifici storici adibiti a laboratori industriali, palazzi da quindici piani vicino a villette monofamiliari. Tutto questo potrebbe succedere, è vero, ma non è certo, in quanto chi volesse aprire un impianto' industriale difficilmente gradirebbe una sistemazione nel centro del paese (o della città), sarebbe maggiormente orientato a zone periferiche possibilmente vicino alle uscite autostradali e con grandi strade dove i Tir non avrebbero difficoltà di movimento. Le zone commerciali crescerebbero dove le possibilità di far affari sono maggiori, così come i locali notturni. Il tutto senza bisogno di normative comunali.

Come esempio si veda la città di Houston, nel Texas. Due milioni di abitanti e nessun piano regolatore. Sembra che sopravvivano benissimo.

5 commenti:

  1. sperimo nell'astensione profondamente....

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  2. speriamo, ma guardando le realtà in cui vivo, ne dubito. Il problema è che quando parli con "la gente comune" (non per aver la presunzione di essere una persona elitaria) del fatto che l'assenza di piano regolatore porterebbe benefici a tutti, di solito ti rispondono di immaginare il caos che sorgerebbe. Immaginandosi, credo, case costruite in mezzo alle strade.

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  3. lo so ti capisco benissimo, infatti penso che bisogna agire sul male che fa il piano regolatore,
    anche se a dirti la verità oggi come oggi già è qualcosa se riusciamo a conservale la libertà dei nostri corpi, come ho scritto sul movimento libertario: http://www.movimentolibertario.it/home.php?fn_mode=fullnews&fn_id=138&fn_cid=4

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  4. conservare la libertà dei nostri corpi sarà una battaglia che mi vedrà in prima linea. Peccato però che proprio la settimana scorsa è venuto a mancare Gian Turci, co-fondatore di Forces Italia. Complimenti per il tuo blog, condivido alcune cose, su altre la penso diversamente, resto in ogni caso un anarco-capitalista, anche se apprezzo molto le teorie agoriste.

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